Coordinamento Regionale Rete Legalità Sicilia, rinnovato il consiglio direttivo

Sos Impresa – Rete per la Legalità: rinnovata la composizione dell’Ufficio di Presidenza Nazionale

Incontro a Sant’Agata Militello tra il Questore di Messina e gli studenti degli istituti superiori cittadini

Settimana antiracket, studenti protagonisti a Patti e Sant’Agata di Militello

Operazione antimafia nell’agrigentino, abbattere muro di silenzio e omertà vera rivoluzione culturale

«Il duro colpo inflitto alle cosche mafiose del territorio agrigentino da parte della Magistratura e dell’Arma dei Carabinieri, danno conferma che soggetti legati a cosa nostra e stidda sono presenti e operanti a discapito della crescita sociale ed economica dei nostri territori. Occorre sconfiggere la paura, uscire dal meccanismo perverso della messa a posto». Lo sottolinea Eugenio Di Francesco, Coordinatore vicario di “Rete per la Legalità” Sicilia, commentando l’operazione che nei giorni scorsi ha portato all’esecuzione di numerose misure cautelari per le accuse, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, detenzione di armi. Molti degli indagati erano già in carcere poiché raggiunti, appena tre settimane fa, da misura cautelare.

«Un plauso va agli uomini del Comando Provinciale dei Carabinieri di Agrigento, guidati dal Colonello Nicola De Tullio e del Tenente Colonnello Bulla, che coordina il nucleo investigativo e con loro a tutta la Magistratura, per il lavoro fondamentale e prezioso, nel silenzio, per liberare dalla cappa le nostre città.

È fondamentale la collaborazione del cittadino, sempre piu partecipe della crescita sociale ed imprenditoriale del territorio, non suddito dei condizionamenti ambientali di tipo mafioso. Abbattere il muro di silenzio e omertà significa iniziare una vera rivoluzione culturale per lasciare alle nuove generazioni un territorio libero e onesto. Oggi, grazie al fondo di solidarietà l’imprenditore che decide di denunciare o mettersi dalla parte dello Stato, gode di risorse economiche che lo portano all’economia legale. L’Associazione antiracket presente da quasi quattro anni nella provincia di Agrigento ha contribuito a liberare diversi imprenditori dal puzzo e dall’usura, costituendosi parte civile in diversi processi dove gli imputati sono indagati al 41 bis.

Operazione antimafia DDA Messina, ennesima testimonianza che non si deve mai abbassare la guardia.

Tra le ipotesi contestate, oltre a quella di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, anche delitti di tipo estorsivo che testimoniano come tali attività continuino ad essere alla base del tentativo della criminalità organizzata di imporre la propria supremazia a scapito dei cittadini e degli imprenditori onesti.

Rivolgendo il nostro plauso ed un sentito ringraziamento a Polizia e Magistratura per l’ennesima incisiva azione di contrasto alla mafia, ribadiamo il nostro impegno quotidiano attraverso le associazioni che operano sul territorio al fianco delle Istituzioni, a sostegno costante ed incondizionato della comunità tutta che vive ed opera nel rispetto dei valori di legalità, giustizia e libertà.

Coordinamento Regionale Sicilia iscritto ufficialmente nell’albo prefettizio. «Coronamento di un costante impegno sul campo» 

Arresto di Messina Denaro, spinta di fiducia per tutti quelli che si battono contro la criminalità

L’associazione nazionale SOS IMPRESA RETE PER LA LEGALITÀ APS esprime grande soddisfazione per l’arresto del ricercato numero uno della mafia, Matteo Messina Denaro avvenuto questa mattina da parte dei Carabinieri del ROS comandati dal generale Pasquale Angelosanto. L’operazione è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido.

“Ai vertici della Procura di Palermo e dei Carabinieri del ROS esprimiamo un grande ringraziamento per non aver mai cessato di dare la caccia alla primula rossa della mafia la cui latitanza è durata troppo tempo, ha dichiarato Luigi Cuomo presidente nazionale dell’associazione. Insieme a noi plaudono le tante vittime innocenti di questo sanguinario criminale avvolto da anni in una coltre di mistero e di invincibilità che oggi è stata abbattuta e vinta.”

Anche il vicepresidente vicario di SOS IMPRESA Rpl Pippo Scandurra ha espresso un forte plauso al Generale dei carabinieri Rosario Castello comandante della legione Sicilia e alla Procura di Palermo per l’importantissima operazione condotta questa mattina: “Eravamo certi che l’Arma dei Carabinieri coordinati e diretti dalla Procura di Palermo sarebbe arrivata a mettere fine alla lunga latitanza dell’ultra ricercato capo della mafia siciliana. L’impegno delle istituzioni nella lotta alle mafie e i successi come quelli di questa mattina rincuorano e rafforzano la fiducia di quanti quotidianamente si battono contro il racket e l’usura denunciando i loro aguzzini.”

Trentennale di Sos Impresa, appuntamento il 21 ottobre a Roma

SOS Impresa- Rete per la Legalità Aps è l’associazione antiracket e antiusura nata a Palermo all’indomani dell’omicidio dell’imprenditore Libero Grassi avvenuto nell’Agosto del 1991 grazie ad un gruppo di commercianti coraggiosi che decisero di unirsi per difendersi dal racket delle estorsioni. L’atto costitutivo dell’associazione, che rapidamente da Palermo assunse una identità nazionale, è stato siglato a Roma nel maggio del 1992. L’associazione, pertanto, quest’anno celebra ufficialmente 30 anni di attività.

In 30 anni di storia SOS Impresa ha accompagnato imprenditori, commercianti ed artigiani alla denuncia di estortori ed usurai, ha assistito ed assiste, con principi di gratuità e solidarietà, le vittime nelle aule dei tribunali costituendosi tra l’altro Parte Civile nei processi, promuove, inoltre, diverse iniziative di studio, di promozione e di educazione “all’uso responsabile del denaro, prevalentemente nelle scuole medie inferiori e superiori.

La nostra associazione è riconosciuta dal Ministero dell’Interno, i suoi rappresentanti fanno parte del Comitato di Solidarietà per le vittime di estorsione e usura, detiene relazioni con le forze dell’ordine ai massimi livelli e con le Autorità giudiziarie nelle diverse Procure, è iscritta presso lo speciale albo della Prefettura di Roma e al RUNTS.

In occasione di questo trentennale abbiamo deciso di celebrare questa importante tappa con un evento nazionale che sia al tempo stesso una riflessione aggiornata sui fenomeni criminali legali all’infiltrazione criminale nell’economia e alla libertà d’impresa nel nostro Paese e sulle nuove strategie necessarie per adeguare l’impegno antiracket e antiusura del movimento sia in termini di analisi che di prevenzione e contrasto.

In questa occasione vogliamo anche offrire un riconoscimento agli uomini e alle donne che hanno contribuito a far nascere e crescere l’associazione in questi 30 anni, nonché alle personalità del mondo delle Istituzioni che con il loro operato e la loro vicinanza hanno contribuito alla crescita di tutto il movimento antiracket.

L’incontro si terrà venerdì 21 ottobre a Roma, al Teatro Rossini, in via Santa Chiara 14, con inizio alle ore 10. L’Evento sarà preceduto da un Tour che abbiamo chiamato “Strada Facendo. Il cammino della Legalità” che si avvale del Patrocinio della Regione Lazio, dal 17 al 21 ottobre, toccherà tutte le province del Lazio con una serie di incontri nelle università, nelle scuole, nelle associazioni professionali. Collegato al Tour è previsto il Premio “Giovani Reporter per la Legalità” rivolto agli studenti delle scuole medie superiori.

Concluderà i lavori il Commissario di Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura Prefetto Maria Grazia Nicolò.

“Rete per la legalità – Sicilia”, il riesino Eugenio Di Francesco eletto vice coordinatore vicario regionale

Si è svolta sabato 20 l’assemblea regionale delle associazioni Antiracket e anti usura di “Rete per la legalità” Sicilia alla presenza di tutti i responsabili delle varie associazioni nel territorio siciliano, una rete che cresce sempre di più con nuove associazioni e nuove adesioni. Nel corso dell’incontro all’unanimità, alla presenza del Vice Presidente Nazionale Giuseppe Scandurra, è stato eletto vice coordinatore vicario regionale Eugenio Di Francesco. 

“La nomina di Di Francesco è Il segno di rinnovamento all’interno di Rete per la legalità – dichiara Giuseppe Scandurra -.  Un giovane che da anni si impegna sul territorio accompagnando numerose vittime alla denuncia soprattutto nella provincia agrigentina. Proprio i giovani – continua Scandurra – debbono essere la nuova forza e il nuovo stimolo per continuare a scuotere le coscienze e favorire la denuncia contro i fenomeni dell’usura e del racket”. 

Nel corso dell’assemblea sono quindi entrati a far parte del coordinamento regionale Renata Accardi, Caterina Galati Rando e Marco Conti Gallenti, oltre all’imprenditore di Canicattì Daniele Diego. 

Il coordinamento regionale di Rete per la Legalità Sicilia è dunque composto da Giuseppe Foti, coordinatore regionale, coordinatore vicario Eugenio Di Francesco, quindi Fausto Amato, Mauro Magnano, Matteo Pezzino, Salvatore Cernigliano, Giuseppe Scandurra e Antonino Tilotta.

Nel suo primo intervento dopo l’elezione, Eugenio Di Francesco ha sottolineato quindi l’importanza e il ruolo delle associazioni Antiracket e Antiusura nel territorio. 
“È fondamentale – afferma Di Francesco – che ognuno diventi protagonista attivo nella vita quotidiana, contribuendo ad accrescere dialogo e confronto con le parti sane del territorio. In un momento di crisi, dettata dalla pandemia e non solo, la mafia continua purtroppo ad essere ostacolo per la crescita economica di imprenditori che molto spesso per paura cadono nelle braccia sbagliate della criminalità organizzata. Oggi più che mai dobbiamo dunque essere sentinelle nei nostri territori, collaboratori credibili con forze dell’ordine, persone che debbono tendere la mano a chi oggi è vittima di un sistema mafioso criminale. La forza di un’associazione – conclude Di Francesco – si misura nel trasmettere che lo Stato c’è ed è pronto ad aiutare chi è oppresso dai condizionamenti malavitosi. Che denunciare conviene, che chi decide di stare dalla parte dello stato è scegliere la strada di libertà e legalità.